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venerdì 6 gennaio 2017

Il tango è camminare abbracciati.

Se prescindiamo dalla musica, due sono i punti nodali del tango: la camminata e l'abbraccio.

La mia prima lezione ha dimostrato in modo incontrovertibile la mia scarsissima abilità in entrambi. La mia insegnante mi ha subito tranquillizzato chiarendo che, se tutto va bene, un principiante mediamente dotato impiega alcuni anni per apprendere a camminare e a mantenere un abbraccio decente. Molti non imparano mai, veramente. Sono coloro per i quali dieci o venti anni di tango significano soltanto avere ripetuto per dieci o venti volte il primo anno.
In ogni caso, la frustrazione di scoprire di non saper camminare è stata grande. Subito dopo, però, è iniziato un percorso affascinante di riscoperta del corpo e delle sue potenzialità nascoste. Una strada che non ha virtualmente mai fine e che rende il tango sempre nuovo e vitale, proprio perché noi siamo sempre nuovi e diversi ogni volta.

Si cammina partendo da fermi, e così il primo difetto che ho dovuto cominciare a combattere è stata addirittura la mia postura da fermo in piedi. Mi è stato fatto notare che, tenendo il baricentro troppo arretrato, il mio peso gravava prevalentemente sui talloni. Eppure a me non pareva proprio di stare col corpo all'indietro, anche se i grandi specchi che ricoprono le pareti della sala in cui faccio lezione non lasciavano adito ad alcun dubbio. E poi, provando a sbilanciarmi in avanti, avevo subito la sensazione di cadere. 

Ma questo era dovuto a un malinteso: non dovevo affatto sbilanciarmi, bensì riallineare il mio asse

Non è possibile esagerare l'importanza del concetto di "asse" nel tango e ci tornerò di continuo, ma vale la pena di dare subito qualche chiarimento al riguardo.

Portare il corpo "in asse" non è difficile e mi è stato insegnato questo semplice metodo:

- in piedi davanti a una parete
- giratevi e appoggiate alla parete le scapole
- con le gambe diritte e i piedi uniti, portate i talloni a toccare la base della parete
- appoggiate la parte posteriore della testa alla parete, guardando diritto di fronte a voi

A questo punto dovreste avere quattro punti del corpo in contatto con la parete: testa, scapole, glutei e talloni.

- mantenendo il corpo rigido come un bastone (ma, attenzione! tenendo rilassati collo, spalle e braccia), staccate dalla parete nello stesso momento la testa, le scapole e i glutei; per farlo correttamente, si sarà costretti a far lavorare i muscoli dei piedi e le caviglie

Si percepirà chiaramente il passaggio del peso del corpo in prevalenza sulla metà anteriore dei piedi.

- continuate a spostare il peso sull'avampiede, mantenendo in posizione il resto del corpo, fino a quando i talloni non iniziano appena a staccarsi da terra
- invertite il movimento fino a recuperare una lieve aderenza a terra con i talloni e fermarsi in questa posizione.

Da questa posizione è possibile effettuare un semplicissimo esercizio che ha effetti meravigliosi sul controllo del proprio equilibrio corporeo. 
Si tratta semplicemente di effettuare leggeri trasferimenti di peso in tutte le direzioni, senza cambiare l'assetto del corpo: in avanti, indietro, a destra e a sinistra. 
L'impulso deve partire dai piedi e, attraverso la sola mobilità delle caviglie, deve propagarsi al resto del corpo che rimane diritto come un bastone. Si sentirà subito un intenso lavorìo di tutti i muscoli del corpo, soprattutto dei muscoli chiamati "stabilizzatori" proprio perché ci permettono di mantenere l'equilibrio in stazione eretta (un equilibrio per sua natura instabile) attraverso una continua azione coordinata.
Quando si sarà presa confidenza, si potranno effettuare movimenti più complessi: circolari in senso orario e antiorario, a "otto", ecc.
Gradualmente, si riuscirà ad aumentare l'ampiezza di queste oscillazioni pur mantenendo un perfetto assetto e senza "barare" con movimenti compensativi della testa, delle braccia, del bacino o delle ginocchia. Solo i piedi e le caviglie devono lavorare attivamente!

Una volta diventati esperti, rendete l'esercizio leggermente più difficile eseguendolo a occhi chiusi. Vedrete che tutto si complica, perché non abbiamo più gli occhi ad aiutarci a mantenere i punti di riferimento delle direzioni dello spazio.

Terminate l'esercizio sempre nella posizione ideale di partenza, quella con il peso spostato verso la parte anteriore del piede, ma con i talloni ancora aderenti a terra.

Non sottovalutate l'importanza di esercizi come questo, apparentemente elementari. Se cominciate a guardarvi in giro, per strada, sui mezzi pubblici, a scuola o al lavoro, noterete come quasi nessuno mantiene una postura corretta del corpo. Se invece osservate qualsiasi professionista di danza, ginnastica, arte marziale, equilibrismo, acrobazia o altro, noterete che ogni movimento inizia a partire da una postura perfettamente in asse e che il costante controllo dell'asse è parte essenziale della riuscita di ogni movimento o figura.

Buon esercizio e alla prossima!

Gabriel



 





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