mercoledì 1 marzo 2017

Parliamo un po' di fisiologia del tango

Nella didattica del tango si fa un gran parlare dell' asse: mantenere l'asse, andare in asse, girare intorno all'asse. Il corpo umano, peraltro, possiede un asse vero e proprio: la colonna vertebrale, che deve al tempo stesso assicurare due requisiti in contrasto fra loro: la rigidità e la flessibilità. I fisiologi ci invitano a immaginare la colonna vertebrale come l'albero di una nave, posato sul bacino, che si innalza fino al capo. 
La colonna sorregge in alto la massa non indifferente del capo e del collo. Subito sotto sopporta la grossa trave trasversale formata dalle spalle , formando così una struttura a "T". 
Grandi e robuste fasce muscolari si dispongono proprio come le sartie di un albero e, tramite i tendini, ancorano questa struttura a tutti i livelli rendendola solida, ma mobile ed elastica al tempo stesso. I muscoli infatti possono regolare automaticamente la loro tensione per mantenere in equilibrio tutte le parti che, dal canto loro, possono muoversi reciprocamente grazie alla presenza di numerosi elementi sovrapposti e incastrati fra loro: le vertebre.

Fonte: I.A. Kapandji - Fisiologia Articolare. vol. III
Quando il corpo è in posizione simmetrica le trazioni hanno identica intensità a destra e a sinistra, così la colonna vertebrale è verticale e rettilinea, mentre le anche sono alla stessa altezza.
Quando invece si solleva uno dei piedi e il peso corporeo grava solo su una gamba, la colonna assume una doppia curvatura, mentre bacino e spalle ruotano in senso opposto l'uno rispetto alle altre. In sostanza, la punta dell'anca si abbassa leggermente sul lato sospeso, a causa del peso della gamba priva di appoggio e, per reazione muscolare, la punta della spalla corrispondente tende ad alzarsi leggermente.


Fonte: I.A. Kapandji - Fisiologia Articolare. vol. III

E' facile riconoscere nella figura soprastante quello che ci è dato osservare nelle movenze corporee di una brava ballerina durante la "camminata". L'eleganza del passo, nell'uomo e nella donna, si ottiene quindi permettendo al corpo di muoversi nel modo più naturale possibile, senza inutili forzature.
Naturalmente, la flessibilità della colonna vertebrale consente anche l'esecuzione di movimenti ben più complessi, fino ad arrivare a invertire completamente lo schema appena illustrato:

Fonte: I.A. Kapandji - Fisiologia Articolare. vol. III

qui infatti, pur essendo il peso tutto sul piede sinistro, come nella figura precedente, grazie alla flessibilità della colonna vertebrale i muscoli riescono a invertire le rotazioni di bacino e spalle.

Questa flessibilità elastica permette, fra l'altro, l'esecuzione di un movimento molto importante nel tango, vero connotato di eleganza e armonia. Mi riferisco al richiamo della gamba libera verso la gamba di appoggio, cioè al movimento spesso chiamato "riunione". Questo movimento appare un po' controintuitivo, poiché, come abbiamo visto, la rotazione naturale del bacino porterebbe il piede libero a trovarsi più in basso rispetto all'altro piede, mentre il movimento della riunione di fatto avviene col piede leggermente sollevato da terra e la gamba praticamente distesa (o comunque non piegata in modo evidente). Come è possibile ciò? 
Il "trucco" sta tutto, ancora una volta, nella mobilità della colonna vertebrale (in questo specifico caso, nel suo tratto lombare). Se si osserva la seconda figura, si noterà che il tratto lombare della colonna forma una curva con la convessità rivolta verso il lato sospeso (destro). Il ballerino, con l'uso sapiente della muscolatura del tronco, può raddrizzare gradualmente questa curvatura, ottenendo l'effetto di sollevare la punta dell'anca quel tanto che basta a riportare il piede libero alla quota del terreno. Un lieve piegamento del ginocchio, a questo punto, sarà sufficiente a sollevare ulteriormente il piede di quei pochi millimetri bastanti a consentirne il rientro "strisciato" verso il piede di appoggio. Ulteriore raffinatezza: il piegamento del ginocchio accade spontaneamente e con eleganza se il ballerino immagina di effettuare "la riunione" dando la priorità proprio alle ginocchia, lasciando che il piede venga quasi trascinato fino alla posizione finale (questo provoca anche la spontanea riunione dei talloni, mentre le punte dei piedi rimangono, correttamente, un po' divaricate).  Sotto vedete un signore che questa cosa la sa fare bene. Per imitarlo, lavorate bene sulla flessibilità della colonna vertebrale rispetto al bacino e alle spalle. Abbiamo a disposizione un meccanismo meravigliosamente complesso e duttile: usiamolo al meglio!


Azione di richiamo focalizzata sul ginocchio del piede libero.
I gesti semplici e composti sono sempre i più eleganti.

Alla prossima!

Gabriel


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