Ci ho messo qualche mese a capirlo, soprattutto perché non ho mai praticato gli altri balli. Ma la mia insegnante sì!
Lei (un giorno, ottenuto il suo consenso, la chiamerò col suo nome) è arrivata al tango passando per ogni altra danza concepibile. E lì si è fermata (questa è una mia opinione), perché ha trovato quello che in verità stava cercando: un modo per vivere e scambiare l'armonia e l'energia della musica con un altro essere umano, magari mai incontrato prima, creando una specie di improvvisazione musicale "a quattro piedi"!
Facciamo a capirsi: ballare il tango non significa imparare decine di "figure" dai nomi più o meno suggestivi. Quella è una naturale conseguenza della pratica e dell'esperienza accumulata, ma non è la sostanza. Ballare il tango non significa neppure seguire un ritmo o andare a tempo: questo è un requisito tecnico di base, ma non è la sostanza.
La sostanza del tango è contenuta in un solo, fondamentale elemento: il passo.
Il tango inizia, si svolge e si compie interamente ad ogni singolo passo.
Osservate i bravi ballerini di tango: il leader (tocca a noi, signori uomini!) guida ogni singolo passo e lo porta a completa chiusura prima di guidare il passo successivo. Chi segue (la nostra dolce ed esigente occasionale partner), riceve in un istante l'impulso esatto e perfettamente dosato che porterà alla reazione appropriata, cioè alla sua esecuzione di un singolo passo coordinato, fino a completa chiusura del medesimo. In quel momento entrambi i ballerini si troveranno in una condizione di perfetto equilibrio sul proprio asse e il leader potrà liberamente scegliere e proporre il passo successivo, fra decine di possibili alternative.
E' questo il "trucco" che nel tango permette la continua improvvisazione e la conseguente libertà di interpretare ogni battuta musicale in modo sempre diverso: ballare ogni passo come se fosse il primo e l'ultimo. Questo rimane vero anche quando la coppia sembra volteggiare vorticosamente in figure intricatissime: sono "solo" passi, uno dopo l'altro, ciascuno perfettamente completo e chiuso.
E' così che il tango diventa l'espressione visibile di un'emozione vissuta e scambiata fra i due ballerini. E quando funziona, lo sapete già, è uno spettacolo in grado di volta in volta di commuovere, turbare, entusiasmare.
Tutto ciò non è facile da capire, inizialmente. La testa magari capisce, ma il corpo non è pronto a rispondere, non è abituato a prendere la leadership e spesso si blocca, impacciato.
Se volete un esempio di ciò, guardate qui il tango che Barack Obama è stato praticamente "costretto" a ballare durante una sua visita in Argentina. E' evidente il disorientamento e la completa passività nei confronti della brava e intraprendente ballerina. Tuttavia, questo video dimostra anche che, per chi ha un minimo di spirito e di vitalità, non c'è imbarazzo o senso di vergogna che tenga: muoviamo le gambe, affidiamoci al partner volenteroso e in breve tempo ci prenderemo gusto e anche il nostro stile migliorerà.
Allora nel prossimo post vi racconterò come la mia insegnante ha cominciato ad aiutare il mio corpo, stabilendo una volta per tutte dove inzia e dove finisce "un passo" e cominciando a farmi camminare come si deve.
Alla prossima!
Gabriel
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