mercoledì 1 marzo 2017

Parliamo un po' di fisiologia del tango

Nella didattica del tango si fa un gran parlare dell' asse: mantenere l'asse, andare in asse, girare intorno all'asse. Il corpo umano, peraltro, possiede un asse vero e proprio: la colonna vertebrale, che deve al tempo stesso assicurare due requisiti in contrasto fra loro: la rigidità e la flessibilità. I fisiologi ci invitano a immaginare la colonna vertebrale come l'albero di una nave, posato sul bacino, che si innalza fino al capo. 
La colonna sorregge in alto la massa non indifferente del capo e del collo. Subito sotto sopporta la grossa trave trasversale formata dalle spalle , formando così una struttura a "T". 
Grandi e robuste fasce muscolari si dispongono proprio come le sartie di un albero e, tramite i tendini, ancorano questa struttura a tutti i livelli rendendola solida, ma mobile ed elastica al tempo stesso. I muscoli infatti possono regolare automaticamente la loro tensione per mantenere in equilibrio tutte le parti che, dal canto loro, possono muoversi reciprocamente grazie alla presenza di numerosi elementi sovrapposti e incastrati fra loro: le vertebre.

Fonte: I.A. Kapandji - Fisiologia Articolare. vol. III
Quando il corpo è in posizione simmetrica le trazioni hanno identica intensità a destra e a sinistra, così la colonna vertebrale è verticale e rettilinea, mentre le anche sono alla stessa altezza.
Quando invece si solleva uno dei piedi e il peso corporeo grava solo su una gamba, la colonna assume una doppia curvatura, mentre bacino e spalle ruotano in senso opposto l'uno rispetto alle altre. In sostanza, la punta dell'anca si abbassa leggermente sul lato sospeso, a causa del peso della gamba priva di appoggio e, per reazione muscolare, la punta della spalla corrispondente tende ad alzarsi leggermente.


Fonte: I.A. Kapandji - Fisiologia Articolare. vol. III

E' facile riconoscere nella figura soprastante quello che ci è dato osservare nelle movenze corporee di una brava ballerina durante la "camminata". L'eleganza del passo, nell'uomo e nella donna, si ottiene quindi permettendo al corpo di muoversi nel modo più naturale possibile, senza inutili forzature.
Naturalmente, la flessibilità della colonna vertebrale consente anche l'esecuzione di movimenti ben più complessi, fino ad arrivare a invertire completamente lo schema appena illustrato:

Fonte: I.A. Kapandji - Fisiologia Articolare. vol. III

qui infatti, pur essendo il peso tutto sul piede sinistro, come nella figura precedente, grazie alla flessibilità della colonna vertebrale i muscoli riescono a invertire le rotazioni di bacino e spalle.

Questa flessibilità elastica permette, fra l'altro, l'esecuzione di un movimento molto importante nel tango, vero connotato di eleganza e armonia. Mi riferisco al richiamo della gamba libera verso la gamba di appoggio, cioè al movimento spesso chiamato "riunione". Questo movimento appare un po' controintuitivo, poiché, come abbiamo visto, la rotazione naturale del bacino porterebbe il piede libero a trovarsi più in basso rispetto all'altro piede, mentre il movimento della riunione di fatto avviene col piede leggermente sollevato da terra e la gamba praticamente distesa (o comunque non piegata in modo evidente). Come è possibile ciò? 
Il "trucco" sta tutto, ancora una volta, nella mobilità della colonna vertebrale (in questo specifico caso, nel suo tratto lombare). Se si osserva la seconda figura, si noterà che il tratto lombare della colonna forma una curva con la convessità rivolta verso il lato sospeso (destro). Il ballerino, con l'uso sapiente della muscolatura del tronco, può raddrizzare gradualmente questa curvatura, ottenendo l'effetto di sollevare la punta dell'anca quel tanto che basta a riportare il piede libero alla quota del terreno. Un lieve piegamento del ginocchio, a questo punto, sarà sufficiente a sollevare ulteriormente il piede di quei pochi millimetri bastanti a consentirne il rientro "strisciato" verso il piede di appoggio. Ulteriore raffinatezza: il piegamento del ginocchio accade spontaneamente e con eleganza se il ballerino immagina di effettuare "la riunione" dando la priorità proprio alle ginocchia, lasciando che il piede venga quasi trascinato fino alla posizione finale (questo provoca anche la spontanea riunione dei talloni, mentre le punte dei piedi rimangono, correttamente, un po' divaricate).  Sotto vedete un signore che questa cosa la sa fare bene. Per imitarlo, lavorate bene sulla flessibilità della colonna vertebrale rispetto al bacino e alle spalle. Abbiamo a disposizione un meccanismo meravigliosamente complesso e duttile: usiamolo al meglio!


Azione di richiamo focalizzata sul ginocchio del piede libero.
I gesti semplici e composti sono sempre i più eleganti.

Alla prossima!

Gabriel


martedì 21 febbraio 2017

Nel tango è il cuore, a muoversi per primo.

I principianti come il sottoscritto sono sempre preoccupati di "dove mettere i piedi", come se ballare il tango significasse soprattutto saper compiere passi aggraziati, evitando di pestare i piedi o, peggio ancora, di calciare senza pietà gli stinchi del partner.
C'è anche questo, ovviamente. 
Però è bene ricordare sempre che i nostri piedi - se ci pensiamo un attimo - hanno "soltanto" il compito di rimanere sotto al resto del corpo, così da assicurare l'equilibrio. Un compito fondamentale, ma che si svolge solo come azione riflessa. 
Osservando i passanti per strada, ci si accorge facilmente come nessuno cammini mandando avanti per primo il piede. I pochi che lo fanno si notano facilmente e danno l'impressione di essere malfermi sulle gambe, di avere qualche problema di deambulazione. Chi cammina bene, prima sbilancia il corpo e dopo manda avanti il piede. 

Nel tango è la stessa cosa: è il tronco (anzi: il cuore) del ballerino che si muove in una certa direzione. L'intenzione, la guida, la "marca" viene da lì: dall'area del plesso solare.
I piedi, in un certo senso, "vengono dietro" per evitare una rovinosa caduta e - subito dopo - per consentire il recupero del perfetto asse sulla nuova gamba di appoggio.

Muovendo per primo il cuore e rimanendo col corpo in perfetta postura, i piedi andranno magicamente al posto giusto. 

Altrettanto magicamente, purché il cuore del leader abbia fatto il primo movimento, succederà che il cuore della partner si muoverà nella direzione appropriata; i piedi di lei seguiranno immediatamente, evitando così ogni pestone e ogni calcio.

Quindi, ballare bene il tango è facile: basta ricordarsi che è il cuore, a muoversi per primo. 

Alla prossima


Gabriel

sabato 4 febbraio 2017

Gabonotation e i 6 movimenti fondamentali del piede libero

Come promesso, vado avanti con qualche ulteriore nozione di base sulla notazione dei passi di tango, che ho sviluppato a partire dal sistema Bodirsky e che ho immodestamente battezzato "Gabonotation".

Lo schema di riferimento è quello già visto delle 6 possibili posizioni che il piede libero può assumere ad ogni passo:


Schema delle sei posizioni fondamentali del piede libero, in questo caso il destro. Tutto il peso del corpo è sostenuto dal piede sinistro (colorato di azzurro).


Sappiamo già che la posizione "fermi, a piedi uniti, peso su entrambi i piedi" è scritta così:

 
Coppia ferma, a piedi uniti, col peso ripartito su entrambi i piedi


Se la coppia comincia ad avanzare lungo la ronda, l'uomo porterà ad es. il peso del corpo sul piede sinistro, liberando il piede destro (posizione "1", o Punto Morto Superiore - PMS). In risposta, la donna porterà il proprio peso sul piede destro, liberando il sinistro e andando anch'essa a cercare il proprio PMS.
Subito dopo l'uomo avanza dalla posizione "1" alla "2", mentre la donna arretra dalla posizione "1" alla "4".


Questa situazione è ben descritta dalla seguente notazione, anch'essa già vista in un precedente post:



Supponiamo adesso che l'uomo intenda proseguire con un passo laterale a sinistra. Deve allora innanzitutto spostare il peso sul piede destro appena avanzato, liberando il sinistro. Porterà poi questo piede dalla posizione "4" di partenza alla posizione "3" di arrivo, badando bene di transitare dalla posizione "1" del PMS. Sinteticamente, dovrà eseguire un movimento "4-1-3" col piede sinistro 




In Gabonotation lo stesso movimento (compreso il movimento coordinato della donna) si scrive intuitivamente come segue:


Il passo laterale a sinistra dell'uomo e quello laterale a destra della donna avvengono dopo avere riunito i piedi ed essere transitati dal PMS.

Se ora l'uomo prosegue avanzando, deve spostare nuovmente il peso sul piede sinistro, riunire i piedi e poi avanzare il piede destro, eseguendo in sostanza il movimento "3-1-2". La donna invece compie il movimento coordinato "3-1-4":


Ancora una volta, prima si passa sul PMS e poi si completa il passo previsto. Ricordo ancora che il circoletto indica il lato su cui è concentrato tutto il peso di ciascun ballerino.

Studiare questi primi esempi aiuterà a comprendere la semplice logica che sta alla base di questa notazione. Proseguiremo presto sullo stesso tema.

Alla prossima!

Gabriel



mercoledì 25 gennaio 2017

Cogliere l'opportunità - Il PMS

Nei primissimi tempi - da vero principiante digiuno di tutto - pensavo che per ballare bene il tango avrei dovuto semplicemente imparare un certo numero di figure. Poi, una volta consolidato un buon repertorio, avrei potuto semplicemente sceglierne qualcuna e concatenarla in una sequenza fluida adattata alla musica. In effetti si vede molto in giro, questo tipo di tango. Anche nelle scuole, specialmente per le classi numerose, gli insegnanti sono quasi costretti a impostare le lezioni su una o due figure isolate, sulle quali si fa pratica "fino a quando non vengono bene".

Questo approccio, tuttavia, si rivela presto abbastanza frustrante per l'allievo, poiché ballando "per figure successive" si ottiene un tango povero, schematico, ripetitivo e facile da dimenticare. Succede così che noi uomini, ai quali tocca la guida, ci troviamo spesso improvvisamente paralizzati, con la mente vuota, incapaci di proporre qualcosa di diverso e di stimolante all'occasionale partner. Ancora peggio, ci ritroviamo a ballare sempre "lo stesso tango", la stessa sequenza di figure imparate a pappagallo, senza tenere conto del brano musicale e dell'orchestra che lo esegue. 
Le nostre partner, ovviamente, si adeguano come possono, diventando anche loro rigide e prevedibili.
Soltanto un'assidua pratica può in parte supplire a questi limiti. 

In effetti, il massimo che si può ottenere ballando "per figure" è di riuscire a ballare bene con una sola partner: quella che ormai sa a memoria quello che stiamo per fare e quasi ci anticipa. Cambiando partner, tutto crolla. Dove finisce, allora il fascino di questo ballo, nato proprio per favorire un incontro armonico ed eccitante tra perfetti sconosciuti? 

Con la mia insegnante Eleonora (ho ricevuto il suo consenso, quindi posso chiamarla con il suo nome), abbiamo spesso parlato di questo problema. La conclusione, ci sembra, è che per arrivare a ballare un tango di buon livello, bisogna che ciascuno dei due ballerini della coppia sia in grado di saper cogliere le opportunità che l'altro gli offre. Solo così il tango diventa dialogo: proposta, ascolto e risposta. E solo così il tango diventa un'espressione di libertà personale e di accettazione della libertà altrui allo stesso tempo.

Tecnicamente, la prima e più facile espressione di questa libertà è basata sulla considerazione che fra due passi consecutivi qualsiasi, esiste un punto di collegamento invariabile, in cui entrambi i ballerini si ritrovano almeno per un brevissimo istante praticamente fermi, abbracciati e con i talloni riuniti, ma attenzione! ciascuno con il peso su un solo piede. 
Si tratta di quello che ho deciso di chiamare il punto morto superiore del passo, o PMS.





Si noti che il punto morto superiore non arriva a conclusione del passo, bensì durante quest'ultimo, stando alla definizione che ho dato altrove.





Questa condizione di PMS è importantissima da comprendere, se non altro perché è l'unica in grado di rendere possibile il cambio di direzione coordinato e armonico da parte della coppia. Tutti i pivot, giros, ochos ecc. si impostano e si realizzano a partire da un PMS ben impostato.

Quando la coppia è al PMS, l'uomo ha - almeno teoricamente - la libera scelta fra 6 alternative di base su dove mandare la propria gamba libera e appoggiare il piede per concludere il passo. La risposta della donna avrà altrettante possibilità. Naturalmente, a ciascuno di questi movimenti della gamba libera potranno essere associati movimenti diversi della metà superiore del corpo di ciascuno dei due ballerini, con conseguente sviluppo di figure sempre nuove. 
Ma non complichiamo anzitempo le cose e vediamo quali sono queste 6 alternative di base che si presentano quando si esce dal PMS e si va ad appoggiare il piede libero a conclusione del passo.




Nella figura si vedono le impronte dei piedi del ballerino nel caso in cui il piede di appoggio sia il destro (evidenziato con il riempimento di colore azzurro). 
Nel caso in cui il piede di appoggio sia il sinistro, le posizioni risultano ovviamente invertite, come si vede in questa seconda figura.




Ogni volta che la coppia si trova nel PMS di un passo, il piede libero di ciascun ballerino è in "posizione 1". 

Le frecce azzurre indicano due cose ben precise:

  • dalla posizione 1 il ballerino può andare in una qualsiasi delle altre posizioni
  • nel tango, il piede libero non passa mai da una posizione all'altra senza prima tornare in posizione 1 (non ci sono, ad esempio, frecce che passano direttamente da 3 a 2; la sequenza corretta per un passo del genere sarebbe 3-1-2, con il PMS ben marcato al centro del passo)

Vi ricordo a questo punto l'esercizio descritto in un precedente post, in cui il piede libero spazzava il pavimento allungandosi in direzioni diverse: riconoscerete a questo punto le 6 posizioni sopra illustrate. Provate a ripeterlo cercando di focalizzare bene il punto morto superiore di ciascun movimento.




Mi fermo qui, per il momento. Nel prossimo post vedremo come scrivere questi 6 movimenti fondamentali in Gabonotation.

Alla prossima!

Gabriel

sabato 21 gennaio 2017

Camminata e Gabonotation

Per "camminata" intendo ovviamente la sequenza di passi che permette alla coppia abbracciata di procedere lungo la ronda, circumnavigando in senso antiorario la sala (traffico permettendo).
Voglio adesso spiegarvi come si scrive una camminata semplice in Gabonotation
L'esempio che faccio è il più elementare: 


  • la coppia è inizialmente ferma, correttamente abbracciata
  • l'uomo guida un primo passo in avanti col suo piede sinistro e la donna risponde mandando indietro il suo piede destro
  • l'uomo guida poi un secondo passo in avanti col piede destro, mentre la donna risponde indietreggiando col piede sinistro 
  • la sequenza si ripete identica per un certo numero di passi, fino a quando l'uomo unisce il piede rimasto indietro all'altro e si ferma, mentre la donna si ferma unendo il piede rimasto avanti all'altro.


Cosa manca a questa pur lunga e tediosa descrizione? Manca praticamente tutto il tango! Eppure essa contiene tutti gli elementi necessari e sufficienti affinché due ballerini di tango sappiano esattamente cosa fare. Anche riducendola all'osso, ad esempio "Camminare in avanti per tre passi e poi fermarsi", sia l'uomo che la donna passerebbero ad eseguire in modo perfetto e senza esitazioni la figura così succintamente descritta.
L'abbraccio, la frontalità, l'intensità dei movimenti e la loro coordinazione sono fissati una volta per tutte e mantenuti praticamente costanti in ciascun passo, cosicché non è necessario includerli esplicitamente nella notazione. 
Anche tutte le considerazioni stilistiche non trovano spazio nella notazione strettamente intesa, poiché sono lasciate al gusto e alla sensibilità di chi balla e fanno parte di quella libertà di improvvisazione sulla musica che rappresenta il "sale" del tango.  
Volendo scrivere una coreografia, le notazioni stilistiche e dinamiche compariranno come brevi frasi o sigle accanto al doppio rigo, così come avviene in una partitura musicale.

Non mi dilungo oltre e passo a mostrarvi sotto come si scrive una camminata di quattro passi, per poi commentarla in dettaglio.












Tutto qui! Il doppio rigo si legge da sinistra destra. Sappiamo già che il rigo superiore si riferisce ai passi dell'uomo, mentre quello inferiore riporta i corrispondenti passi della donna, allineati sulla stessa verticale. I puntini iniziali li abbiamo già incontrati e rappresentano i due ballerini fermi nell'abbraccio a piedi uniti. La stanghetta verticale rappresenta la linea delle spalle, che in questa camminata rimane sempre, per entrambi i ballerini, sostanzialmente perpendicolare alla direzione di spostamento della coppia simboleggiata dalla linea centrale di ciascun rigo. Il cerchietto vuoto rappresenta invece da quale lato viene spostato il peso del corpo. La freccia, infine, rappresenta il movimento del piede libero (e della relativa gamba, naturalmente). Nel nostro esempio abbiamo due tipi di passo: 
- un passo iniziale o finale, che parte dai piedi uniti oppure riunisce i piedi, ed è dato dalla freccia a punta singola
- un passo completo, in cui il piede libero da dietro viene portato avanti, oppure dal davanti viene portato dietro, ed è simboleggiato con la freccia a punta doppia.

La particolarità di questa notazione è che si leggono i movimenti di ciascun ballerino così come lui (o lei) li vede, dalla sua personale prospettiva. 

Analizziamo passo per passo (il rettangolo azzurro):


  •  L'uomo e la donna sono abbracciati, fermi e a piedi uniti



















  • L'uomo sposta il peso sul piede sinistro e avanza il destro. La donna sposta il peso sul piede destro e arretra il sinistro.





  • L'uomo sposta il peso sul piede destro e compie un passo in avanti col sinistro. La donna sposta il peso sul piede sinistro e compie un passo indietro col destro.















  • L'uomo compie un altro passo in avanti, stavolta col piede destro. La donna compie un altro passo indietro, col sinistro.















  • L'uomo avanza il piede sinistro e lo riunisce al destro. La donna arretra il piede destro e lo riunisce al sinistro.















  • I due ballerini si ritrovano abbracciati, fermi e a piedi uniti.




Non è poi così difficile!

Il bello della faccenda è che la Gabonotation si può scrivere sincronizzata alla musica, come nell'esempio qui sotto:


In questo modo diventa semplice tenere traccia di coreografie altrimenti difficili da ricordare e ricostruire dopo qualche tempo. 
Anche i numerosi testi didattici sul tango potranno avvantaggiarsi di questo flessibile supporto didattico, di cui vedremo ulteriori dettagli in un prossimo futuro.  


Alla prossima,


Gabriel

sabato 14 gennaio 2017

Passo e abbraccio: motore e trasmissione

Nel precedente post "Il tango si balla su un piede solo" ho cominciato a definire cosa è un passo. Ho soltanto cominciato, poiché ci sono altri punti importantissimi da chiarire, per poter poi arrivare a comprendere come si deve camminare nel tango. 
Il "problema", ma anche il bello, è che si cammina abbracciati a una donna (da qui in avanti, per semplicità, chiameremo convenzionalmente così il follower), che deve poterci seguire comodamente, senza essere tirata, spinta, bloccata o addirittura schiacciata. 



Ebbene, la mia insegnante, giustamente, ha cominciato fin da subito a insistere moltissimo su questo aspetto: la famosa marca (il segnale) con cui l'uomo comunica alla donna l'intenzione di compiere un determinato passo e la invita a rispondere di conseguenza con il passo coordinato, non è praticamente mai un'azione fisica sulla donna stessa. Mai e poi mai, soprattutto, è un'azione diretta delle mani o delle braccia!
Si tratta invece di un'azione molto più sottile, in cui l'uomo compie in modo esatto e corretto i propri passi (e i conseguenti movimenti del busto e del bacino) e, in conseguenza di ciò, attraverso l'abbraccio mantenuto elasticamente stabile, fa arrivare automaticamente alla donna tutti i segnali necessari e sufficienti per la sua quasi istantanea e corretta risposta. Con una metafora automobilistica, il passo è il motore del ballo, mentre l'abbraccio è la trasmissione. 
Perfino l'abbraccio stesso, a uno stadio più avanzato, diventa solo parzialmente un qualcosa di fisico, di materiale. L'abbraccio, infatti, è soprattutto la continua consapevolezza che i due ballerini hanno di doversi muovere in armonia l'uno rispetto all'altro; non è altro che la conseguenza stilistica di un qualcosa di molto più profondo che qualche volta viene chiamato "frontalità"e di cui parleremo in un post successivo. 
Si può ballare un bellissimo tango perfino tenendo le mani distese lungo il corpo, senza toccarsi minimamente. La guida esiste anche in questo caso e l'intesa dei ballerini sembra confinare con la telepatia, mentre invece si tratta della dimostrazione del punto che ho cercato di stabilire poco sopra: se l'uomo fa i suoi passi in modo corretto, la donna potrà rispondere in modo altrettanto corretto, senza bisogno di "incoraggiamenti" sotto forma di spinte o tirate di braccia. Naturalmente, sto parlando di una donna che sappia ballare bene il tango!

Questo signore qui sotto, mostra come il passo possa caratterizzare l'uomo elegante non solo in milonga, ma anche per la strada e in ogni possibile occasione. 



Esercitiamoci, dunque!

Alla prossima

Gabriel





mercoledì 11 gennaio 2017

Il tango si balla su un piede solo




Ci siamo lasciati lasciando in sospeso una questione importante: cosa è un "passo"? Quando comincia, quando finisce? Perché è importante saperlo?

Chiarisco subito un punto: a tutti i principianti, me compreso, viene insegnato il cosiddetto "passo base" (salida basica). Mentre ce lo insegnano, ci dicono che in realtà non lo si balla mai e che ballarlo è indice, per l'appunto, di principiantaggine acuta. Si tratta però di una specie di stratagemma didattico, utile per rompere il ghiaccio.
Ebbene, io non mi riferisco a "quel" passo, bensì a un qualcosa di più fondamentale e niente affatto banale.

 Immaginiamo una ripresa al rallentatore: una persona è ferma in piedi. Il suo peso è uniformemente ripartito sui due piedi. Mantenendo questo assetto, l'unico modo che avrebbe per spostarsi sarebbe quello di saltare a piedi uniti. Invece, volendo camminare, questa persona deve fare una serie di operazioni piuttosto complesse, che però si possono riassumere così:

- prima deve portare il proprio peso interamente su una gamba, così da liberare l'altra
- poi può sbilanciarsi nella direzione verso cui vuole procedere
- infine evita di cadere, facendo oscillare come un pendolo la gamba libera e appoggiando il piede libero a terra nella direzione dello sbilanciamento.

Questa sequenza è quello che qui intendo definire come "passo". 

Ovviamente, il passo che viene in mente per primo è quello in avanti, ma la sequenza è identica anche per il passo indietro, laterale, incrociato, diagonale e ogni altra variante che si possa immaginare. Fateci caso.



A qualcuno potrà sembrare che la sequenza sia incompleta, poiché manca la famosa chiusura finale dei piedi. Se però si considerano bene le cose, quest'ultimo movimento è, in realtà, il primo del passo successivo! Infatti, per chiudere i piedi bisogna portare il proprio peso interamente sul piede che fino a un istante prima era quello libero, così da liberare l'altro. Seguirà un ulteriore sbilanciamento nella stessa direzione, oppure in una direzione diversa, o anche uno sbilanciamento minimo, che riporterà il peso ugualmente ripartito sui due piedi: quest'ultima è la fermata, che - se vista così - segue anch'essa la sequenza fondamentale del "passo".

Il tango, quindi, si balla stando per la maggior parte del tempo in equilibrio su un solo piede, mentre l'altro si sposta nella direzione dello sbilanciamento del corpo.

Attenzione! Lo sbilanciamento del corpo non avviene "buttandosi", cioè tuffandosi con la testa in avanti, oppure col sedere all'indietro. Non sarebbe bello da vedere. Lo sbilanciamento avviene proprio come nel semplice esercizio che abbiamo visto nell'ultima parte del post "Il tango è camminare abbracciati": l'impulso parte dal piede di appoggio e sale attraverso la caviglia e i muscoli del polpaccio e della coscia, per risalire poi fino al baricentro, che si sposterà fino a uscire dalla verticale del piede di appoggio e porterà il corpo a cadere con naturalezza e controllo nella direzione voluta. La forza propulsiva del passo è attiva e proviene direttamente dalla reazione del pavimento alla spinta del piede di appoggio. E' per questo che molti ottimi insegnanti di tango insistono nel sottolineare che i ballerini devono avere il piede di appoggio piantato, quasi come radicato profondamente nel terreno, mentre il piede libero accarezza e spolvera il pavimento.

Compiendo più volte di seguito la sequenza fondamentale sopra descritta, si ottiene una serie di passi consecutivi, cioè la camminata. Prima di affrontare quest'ultima, però, la mia insegnante mi ha suggerito un esercizio che permette di comprendere a fondo la sequenza del passo. Ve lo passo in breve, sottolineando che i primi anni di apprendistato nel tango si giovano grandemente di esercizi che si possono fare da soli, quindi anche a casa in tutta tranquillità, magari davanti a uno specchio a figura intera, o più modernamente davanti a una webcam, osservandosi criticamente sul monitor del pc di casa.

Dunque fate così:

1) rimanendo in posizione "fermo in piedi" e mantenendo l’asse verticale
2) spostate lentamente il peso sul piede sinistro e
3) strisciando lievemente sul pavimento la zona della suola corrispondente alla base dell’alluce
4) portate il piede destro (che è libero) in avanti; non trasferite il peso del corpo, limitatevi a tenere il piede aderente al pavimento
5) rientrate col piede destro nella posizione di partenza, mantenendo però il piede libero e il peso tutto sul piede sinistro; visto da fuori, non si deve notare che il peso è tutto su un piede solo
6) portate ora il piede destro lateralmente verso destra
7) rientrate in posizione di partenza come prima
8) ripetete questa manovra portando il piede indietro e poi anche lateralmente a sinistra, incrociando il piede di appoggio prima da dietro e infine da davanti, ogni volta rientrando nella posizione di partenza
9) completato il giro delle posizioni, spostate il peso sul piede destro, scambiando quindi i ruoli di gamba di appoggio e di gamba libera, e ripetete l'intera sequenza di movimenti con il piede sinistro (avanti, laterale in apertura, indietro, laterale incrociato dietro, laterale incrociato davanti).

Per tutto l’esercizio, la postura del corpo deve rimanere il più possibile inalterata: busto dritto, sguardo in avanti, braccia e spalle rilassate, petto leggermente in avanti, gambe dritte ma senza rigidezza o bloccaggio delle ginocchia. 
La distanza a cui deve arrivare la punta del piede libero deve essere quella consentita da entrambe le gambe mantenute naturalmente distese. 
I movimenti devono essere leggeri ed eleganti, compiuti senza fretta e dando allo stesso tempo un’impressione di forza elastica controllata. 
Dovrete fare attenzione a un sacco di cose: a non piegare il corpo, a non sollevare mai il piede libero dal pavimento, a non portare il peso del corpo sul piede libero, a non piegare le ginocchia, a non abbassare la testa, a non perdere l’equilibrio, a non piegare il busto, a non spingere il sedere all’indietro, e in genere a tutto quello che impedisce di rimanere "in asse". 
Se l’esercizio è eseguito correttamente, si dovrebbero “sentire” soprattutto i muscoli dei glutei e gli addominali. 

Fate tutti i giorni almeno tre ripetizioni dell'esercizio completo e, gradualmente, comincerete spontaneamente a voler tenere il bacino bene allineato mentre mandate la gamba avanti, di lato e indietro. Per ottenere questo risultato, utile per non perdere l'equilibrio e rimanere in asse, vedrete che vi verrà spontaneo ruotare leggermente le spalle in modo da portare in avanti la spalla opposta al piede che si sta muovendo in avanti, e viceversa. Questa cosa è molto desiderabile, quindi fate di tutto per renderla sempre più evidente. Alla fine diventerete bravi come questo signore qui sotto. Studiatevi questa foto e cercate di imitare ogni particolare. C'è dentro quasi tutto quello che bisogna saper fare per ballare bene il tango.




Alla prossima!

Gabriel